Dopo la pausa estiva, riparte la programmazione del CRAL della Città Metropolitana di Messina.
Tutto pronto per il weekend di fine mese con la gita, organizzata nei giorni 30 settembre e 1° ottobre, che vedrà i numerosi partecipanti in visita negli splendidi luoghi di Castelvetrano, Selinunte e Borgo Parrini.
Siamo nelle province di Trapani e Palermo, luoghi di antico fascino e di grandi eccellenze gastronomiche e vinicole.
– Castelvetrano:
è posta nell’estremo sud-ovest della Sicilia, al centro del Mediterraneo, Castelvetrano è il centro principale dell’entroterra belicino. La sua origine è legata al periodo d’oro della città di Selinunte di cui essa rappresentava una frazione. Il nome rimanda alla dominazione dei romani che ne fecero un “castrum veteranorum”, una cittadella dei veterani.
La prosperità della città come cento agricolo è dovuta principalmente alla coltivazione di uliveti, ragion per cui Castelvetrano è conosciuta anche come la “Città degli Ulivi” grazie alla coltivazione della varietà Nocellara del Belice, altrimenti nota come “L’Oro di Castelvetrano”.
Un’altra specialità della zona è il pane nero, da gustare da solo oppure insieme a pietanze come polpette di ricotta al sugo di pomodoro o formaggi e salumi della zona.
– Selinunte:
è un’antica colonia di Megara Iblea sulla costa sudoccidentale della Sicilia.
Fondata nel 650 o 627 a.C., fu distrutta dai Cartaginesi prima nel 409 e poi nel 250 a.C., sopravvivendo come modesto centro in epoca romana e bizantina.
Nel decennio 580-70 a.C. si registra la nascita del vero e proprio impianto urbano, con l’area sacra al centro dell’acropoli. Tra il 560 e il 460 a.C. si colloca una fase di monumentalizzazione della città, culminata nella costruzione dei templi C (primo caso di impiego della colonna a rocchi), D e della grande terrazza sulle balze orientali del tèmenos, sostenuta da un gigantesco muraglione a gradoni. L’acropoli subisce trasformazioni verso la fine del 6° e l’inizio del 5° sec. a.C., con la costruzione di edifici in bella struttura isodoma, legati alla vita del santuario, e dei templi dorici A e O: il tutto inserito nella maglia viaria, differentemente che sulla collina orientale dove, nel frattempo, erano sorti i templi G, F, E. Gli scavi dell’acropoli hanno messo in luce elementi della facies punica di S. (sec. 5°-3° a.C.). Si conservano, inoltre, i resti di un santuario (Melophòros) dedicato a divinità ctonie (sec. 7°-5° a.C.), altri piccoli templi e 3 necropoli.
Il parco archeologico è il più esteso in Europa.
– Borgo Parrini:
case dipinte con i colori del mare e del sole, mosaici, maioliche, murales e frasi d’autore sui muri. E’ una gioia per gli occhi Borgo Parrini, piccola frazione di Partinico, a circa trenta chilometri da Palermo, oggi noto per la sua architettura fantasiosamente ispirata a Gaudì. E per la sua rinascita, attraverso cultura e bellezza.
Borgo Parrini nasce tra il ‘500 e il ‘600, quando i padri del Noviziato dei Gesuiti di Palermo (i parrini, appunto) decidono di acquistare alcuni terreni agricoli vicino al paese di Partinico.
Agli inizi del ‘700, i Gesuiti costruiscono torrette di avvistamento, diversi magazzini, case per i coloni e braccianti e anche una piccola chiesa dedicata a Maria Santissima del Rosario.
Dopo la soppressione dell’Ordine dei Gesuiti, la proprietà del borgo passa in mano al principe francese Henri d’Orléans, duca d’Aumale, arrivato qui per produrre il “Moscatello dello Zucco”. Intorno alla metà dell’800, nel borgo abitavano perlopiù gli operai impiegati nella sua fiorente azienda vitivinicola (circa trecento).
Saranno gli anni del secondo dopoguerra a segnare la decadenza del piccolo centro rurale, abbandonato dalla popolazione che si trasferiva nelle città. Una crisi durata fino alla fine degli anni Novanta, quando, per iniziativa di Giuseppe Gaglio ha preso il via una rinascita ancora in corso, che ha coinvolto la piccola comunità.
Le vecchie case sono state ristrutturate e negli anni il borgo si è arricchito di colori vivaci, maioliche, ceramiche, terrecotte. Uno stile gioioso e unico nel suo genere, che s’ispira al visionario linguaggio di Gaudì, ma anche alla tradizione portoghese, greca, araba e siciliana.
Il caffè letterario nell’ex convento dei Gesuiti, ristrutturato nello stesso stile delle case del borgo, con murales e frammenti di maioliche, lo spazio organizza mostre, incontri ed eventi culturali.
Intorno a questa “officina della cultura” oggi ci sono tre pizzerie dove provare le specialità locali e un forno storico, il forno “Za santa”, che mantiene vivi i sapori della tradizione.
Infine, un accenno sulla splendida location che accoglierà il gruppo del Cral della Città Metropolitana di Messina: il Mangia’s Resort Selinunte (****) è un’oasi di relax, circondato da infinite distese di vigneti, palme e ulivi, a pochi passi dal Parco Archeologico di Selinunte. La spiaggia del Resort, dalla sabbia finissima, è situata all’interno della riserva naturale della foce del Belice.
A cura dell’Addetto Stampa CRAL
Giuseppe Spanò